La Grande Diaspora ebbe inizio con un drammatico evento: il bombardamento orbitale della Siberia. Un gesto tanto disperato quanto definitivo, concepito come l’ultima risorsa per arginare pandemie devastanti liberate dal permafrost in scioglimento. Questa drastica misura, sebbene vitale per la sopravvivenza dell’umanità, scatenò un’onda di dolore profondo attraverso la Culla. Milioni perirono in un attimo, e il trauma inflitto a Mondo-Terra fu talmente grave che il pianeta si trovò incapace di garantire un futuro all’umanità.
L’immediata consapevolezza che i mondi già colonizzati all’interno della Culla non sarebbero bastati per ospitare tutti spingeva verso un’inesorabile ricerca di nuovi spazi vitali oltre i confini noti. La Grande Diaspora, quindi, non fu un momento isolato, ma un’esodo continuo, guidato da dinamiche politiche, economiche e tecnologiche interconnesse. Divenne palese l’urgenza di scoprire nuove dimore, spingendo l’umanità oltre le frontiere conosciute.