Mi sveglio ancora una volta con l’eco di un sogno che non è completamente mio. Ricordi sbiaditi, non del tutto miei, si insinuano nella mia mente con la delicatezza e la ferocia del crepuscolo che invade l’alba. Ricordo le mani di Caspar, non le mie, intinte nei colori dell’alba, dipingendo cieli che non ho mai visto con occhi che ora mi appartengono.
Il peso di queste memorie è a volte un faro, a volte una prigione. Chi sono io, se non una collezione di echi del passato? Questi frammenti di un’altra vita mi spingono verso paesaggi sconosciuti, spazi aperti che chiedo solo di esplorare e dipingere. La tela, il pennello, l’inchiostro—sono questi gli strumenti con cui cerco di comprendere la mia esistenza, di dare forma alla nebbia delle mie molteplici memorie.
Mi pongo domande che forse non troveranno mai risposta. Dove finisce Caspar e inizia il vero io? È possibile che l’anima di un artista morto secoli fa viva in me, influenzando ogni linea che traccio, ogni colore che mescolo? La mia arte è mia, o sono semplicemente un canale attraverso cui fluiscono visioni di un altro tempo?
Oggi inizio questo viaggio, non solo attraverso i Mondi oltre la Culla, ma anche attraverso il labirinto interiore dei miei dubbi e delle mie paure. Questo diario è il mio compagno e testimone, una mappa di ciò che scoprirò, sia all’esterno che all’interno. In queste pagine, depositerò tutto—la bellezza e il terrore di ciò che significa essere un pittore dei ricordi perduti nel tempo.
Forse, alla fine di questo viaggio, sarò in grado di rispondere alla domanda che più mi tormenta: qual è il mio vero posto nel tessuto intricato e multicolore del mondo? Con ogni tratto di pennello, con ogni parola scritta, cerco di avvicinarmi un po’ più alla verità, sperando che, tra i molti paesaggi che mi appresto a esplorare, troverò anche il paesaggio interiore da cui emana la mia vera essenza.
Ogni giorno è un confronto con il fantasma di Caspar. Le sue paure, i suoi dubbi, e le sue estasi si sovrappongono ai miei, un tessuto intricato di esperienze che si intrecciano con la mia esistenza attuale. A volte, questi ricordi emergono come frammenti di un sogno al risveglio—visi sfocati, paesaggi di un’Europa antica che io non ho mai calcato, eppure li conosco come se fossero stati parte del mio quotidiano.
Il mio pennello, quando tocca la tela, sembra muoversi con un’intenzione propria, guidato dalle mani di Caspar più che dalle mie. Ogni linea, ogni sfumatura di colore sembra avere radici in una memoria che non è stata formata dalle mie esperienze. Ma nonostante questa strana dualità, c’è un desiderio ardente in me: quello di scoprire e creare qualcosa di unicamente mio, un’opera che possa testimoniare non solo il passato, ma anche il mio presente, il mio proprio sguardo sul mondo.
Inizio questo viaggio con una meta precisa: esplorare non solo i confini esterni dell’universo, ma anche i confini più remoti della mia anima. Desidero capire dove finisce l’eredità di Caspar e dove inizia la mia vera essenza. Questo diario sarà il luogo dove questi due mondi si incontrano e si scontrano—una cronaca del mio viaggio attraverso gli spazi infiniti e attraverso le profondità nascoste del mio essere.
Con ogni nuovo mondo che visiterò, con ogni paesaggio alieno che dipingerò, spero di avvicinarmi alla risposta che cerco. E forse, lungo la strada, imparerò a vedere non solo attraverso gli occhi di Caspar, ma anche con una nuova visione che è soltanto mia. Spero di trovare la pace nell’accettazione di essere sia un’eco del passato che una voce del presente.
E così, con una miscela di timore e di aspettativa, mi appresto a tracciare la rotta verso il mio primo destino: Mondo-Europa. Oltre a cercare paesaggi da immortalare, cerco risposte, cerco me stesso—chi sono veramente, al di là delle memorie che mi abitano. Questo viaggio, documentato nelle pagine di questo diario, non è solo un’esplorazione fisica ma un pellegrinaggio spirituale, la ricerca di un luogo nel profondo del mio cuore che possa finalmente chiamare casa.